All’apertura della fiera SolarExpo a Milano è stato presentato il rapporto dell’Epia, l’associazione europea delle industrie fotovoltaiche, che ha fatto luce sul futuro del mercato europeo nei prossimi anni. Sulla base dei dati raccolti l’associazione ha definito le prospettive future come incerte.
Un’affermazione questa che si spiega alla luce della diminuzione di fatturato che ha fatto registrare il fotovoltaico nel 2012 in Europa, un calo per la prima volta in dieci anni, pari al 60%. Una percentuale molto alta, che apre dibattiti e discussioni sulle prospettive e le possibili soluzioni. Urgono quindi misure atte a sostenere il comparto, anche perché se ad oggi il fotovoltaico copre il 2,6% della domanda di elettricità in Europa, nel 2020 potrebbe arrivare a soddisfarne tra il 4% e il 12%.
Tutto sta alle politiche dei singoli Stati, anche alla luce delle nuove decisioni adottate nei confronti della Cina. Secondo infatti il presidente dell’associazione dei produttori EU Prosun, Milan Nitzschke, il mercato europeo attraversa una crisi così difficile anche per via del dumping, ovvero l’atteggiamento monopolistico cinese. Proprio nel corso del SolarExpo è giunta la notizia che la Commissione ha deciso di stabilire dei dazi antidumping alle aziende cinesi che esportano moduli in Europa, dazi la cui percentuale varia da un minimo del 36% a un massimo del 68%.
La Cina infatti, violando il diritto commerciale europeo, ha contribuito all’aggravarsi delle condizioni dell’intero settore, ma con la decisione della Commissione si potrà ora porre un argine a pratiche commerciali non accettate nell’Unione. Al SolarExpo si distinguono numerose aziende italiane che nonostante le difficoltà non hanno mai accantonato la voglia di innovare: non solo i grandi attori del settore, ma anche realtà piccole e medie che spesso collaborano tra loro per massimizzare le proprie eccellenze.