Mario Monti: “È una nuova Tangentopoli”

Occhio per occhio… e dente per dente. Se il governo tecnico presieduto dal bocconiano Mario Monti era nato per togliere all’Italia le castagne dal fuoco (altissimo) dello spread, mandando a casa il governo Berlusconi IV, il Pdl gli aveva restituito il favore. Togliendo la maggioranza durante le votazioni parlamentari relative a importanti decreti legislativi, aveva convinto Monti a rimettere la propria carica, e aprire la strada a nuove elezioni.

L’attuale Presidente del Consiglio, colto e misurato, aveva detto che non si sarebbe candidato. Si è poi smentito da solo, e in questa interminabile campagna elettorale si fatica a riconoscere l’uomo dall’aplomb inscalfibile dei mesi precedenti.

Arriva fresca fresca la dichiarazione shock di Monti: l’Italia attraversa una nuova Tangentopoli. Il vero uppercut però viene piazzato con le frasi ho ereditato il governo da cialtroni, e “l’Italia è un paese importante, è un paese del G8, e certo può anche cadere nel ridicolo come è accaduto per l’atteggiamento ridicolo tenuto da qualcuno in passato”. Sarà anche più educato dire “qualcuno” senza nominare direttamente il soggetto della frase, ma non potrebbe essere più chiaro di così quale sia il bersaglio.

Allo stesso bersaglio viene imputato di aver ostacolato l’azione del governo tecnico riguardo l’approvazione di una legge anti-corruzione. Le norme che sono passate sono perciò ancora insufficienti a contrastare un fenomeno che, nelle parole di Monti, è tornato ai livelli dell’inizio degli anni novanta.

L’ultima rivelazione del Presidente attiene a ciò che gli fu offerto per non candidarsi alle politiche: il Quirinale, o comunque “una posizione di vertice”, offerta che lui ha rifiutato in maniera netta. Quali altri scoop arriveranno prima delle elezioni?